Padre, ascolta – Cantata Giubilare per soprano, coro, organo e orchestra (o organo e percussioni)

Massimo Berzolla

Padre, ascolta – Cantata Giubilare per soprano, coro, organo e orchestra (o organo e percussioni)

  • Data di composizione 2000
  • Durata: 21'
  • Prima esecuzione dal vivo: Settimana Organistica Internazionale, Concerto Giubilare, 2 ottobre 2000, Basilica di San Savino, Piacenza - Cappella Musicale "Maestro Giovanni", I Cameristi dell'Orchestra Filarmonica Italiana, Maria Laura Groppi soprano, Giulio Mercati organo, Massimo Berzolla direttore - Incisione sul CD "Ludus", ed. Bottega Discantica, Milano, 2001

Cantata Giubilare per soprano, coro, organo concertante e orchestra su testo di Claudio Saltarelli

o versione per soprano, coro, organo solo e percussioni (1999)

Scritta in occasione del Giubileo dell’anno 2000, anche in versione strumentata per organo solo e percussioni, si avvale di un organico strumentale composto da trio d’ance doppie (oboe, corno inglese e fagotto), tromba e corno, percussioni, archi e organo concertante.

Un inciso tematico iniziale, proposto dalla tromba, costituisce l’invocazione iniziale del coro e sarà citato lungo tutta la composizione, generando nuovi frammenti tematici, intercalando episodi diversi e costituendo, attraverso una sua permutazione diatonica, l’ossatura dell’episodio conclusivo.

Il coro, cui è affidata una scrittura prevalentemente omoritmica, si presenta spesso in sovrapposizione al soprano solista, che esordisce negli episodi “Consolaci…” e “Dio degli eletti…” per poi espandersi nell’arioso “Fa’ tu svelare…”, contrappuntato dal vibrafono.

Due episodi speculari, “Siamo una goccia…” e “Timorosi del futuro…”, trattano singolarmente le singole sezioni (coro femminile prima e maschile poi), sopra secchi accordi al ponticello degli archi e figure ornamentali e melodiche delle ance doppie e dell’organo nel registro del cornetto.

I due episodi formano una sorta di piramide al cui centro si trova un’aria del solista in tempo ternario (poi irregolare), introdotta dal trio d’ance doppie, sul testo “Grazie, Padre…”.

Un’ampia cadenza del corno inglese conduce all’episodio conclusivo, ove le campane tubolari costituiscono il segno (per certi versi scontato, ma irrinunciabile) della celebrazione giubilare.

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TESTO

A te presentiamo
l’anima nostra vocante;
Tu governatore dei voleri,
Tu immenso significato;
Tu Santo fra i Santi,
Tu fonte di purezza,
alba rinnovata di bontà.

Consolaci, o speranza del mondo.
Dio degli eletti,
Dio degli afflitti, Dio dei sofferenti,
Dio dei giusti, dei credenti,
Dio dei peccatori, o Dio di tutti i cuori.

Fa’ tu svelare all’ anima persa,
a noi strumenti dei tuoi desideri,
la sorgente di vita.

Grazie, Padre, per questo tempo,
per il dono dei giorni,
per i secoli, saziatisi
del tuo volto e del tuo sguardo.

Siamo una goccia di luce
in un oceano di spazio:
dal tuo desiderio
ci lasciamo consumare,
sei dell’umano il palpito,
sei nascita, eternità, amore.

Grazie, Padre,
per aver sparso fra noi
il dono della tua parola.
Al tuo supremo amore
si rassegna il tempo;
qui nella tua Santa Casa,
intimo soggiorno,
bussiamo al cuore,
custodi dell’incanto.

Timorosi del futuro,
a te protesi,
affidiamo la nostra piccola essenza.

L’ora concessa vive,
ha significato,
destino,
sembiante.

Padre nostro, ascolta.
Non abbiamo che te.